mercoledì 18 novembre 2009

Monzone 4 febbraio 1944

Le notizie dal fronte italiano non cambiano, gli inglesi continuano a non avanzare.
Sul fronte russo vi sono aspri combattimenti e sembra che le armate russe prendano il sopravvento. E’ certo che come combatte il popolo tedesco non combatte nessun altro popolo.
Noi della gioventù nata nell’era del fascismo, cresciuta col nome del Duce sulle labbra e nel cuore, in un periodo vittorioso, con l’odio per gli inglesi coltivato nei nostri animi, dove in ogni più piccola novella l’uomo più crudele e più infimo era inglese, adesso, tutto ad un tratto, ci vediamo presentare un altro cammino completamente diverso.
E’ ben dura vedere un’idea cadere così nel fango, abbattuta dagli uomini desiderosi di libertà; libertà di parola, di opera, come se fosse possibile ciò, come se un nuovo governo potesse portare nuova realtà; ma saranno cambiati i suonatori e la musica sarà sempre quella.
Non pensiamo ai nuovi governi probabili adesso regna il Duce nuovamente (per modo di dire regna perché adesso regnano i Tedeschi!)...
L’esercito italiano dopo aver (ingloriosamente) consegnato le armi ai tedeschi si è disciolto, non ha più fiato e non pensa che a tornare a casa, perciò chi scappa di qui, chi di là.
I soldati tornano alle loro case vestiti alla meglio in borghese con lunghe giacche, calzoni corti strappati, conciati da far pietà.
Così adesso i tedeschi devono combattere da soli e i pochi battaglioni fedeli vengono rimandati al fronte perché passavano nelle linee americane.
Roma è minacciata ormai, ma i tedeschi hanno giurato che gli americani non entreranno nella capitale!

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