lunedì 21 dicembre 2009

8 ottobre 1944

Oggi è arrivata da Milano un’auto “croce rossa” e ha preso con se la Luisa e la nonna, gli altri sono rimasti.
Papà è tornato, adesso a Spezia si sta male: i rastrellamenti sono continui e i tedeschi hanno fatto saltare la banchina, il molo, l’arsenale…

3 ottobre

Gli inglesi si avvicinano sempre di più, ora si dice che siano a Montignoso.
Le nuove armi tedesche non si fanno più sentire.
Ogni giorno a Monzone si scoprono buche con morti dentro, uccisi dai tedeschi;molti di questi non sono stati ancora identificati e omai non potranno più esserlo perché sono irriconoscibili.

Monzone 28 settembre 1944

I tedeschi se ne sono andati definitivamente.
Ieri siamo andati a vedere che cosa hanno combinato in casa G......i.
Ci vorranno almeno due mesi per rimettere tutto a posto, sembra che abbiano fatto ballare alla casa la tarantella.
Hanno rigirato tutto, quello che era da una parte è stato portato dall’altra.
Poi manca molta roba sia ai G......i che ai S......i.
Stamani ecco i primi partigiani sbucare da conquistatori, fazzoletto rosso mitra e bombe a mano.
Appena arrivati hanno acciuffato due ragazze, la Gianna e la Dina, e le hanno rapate, perché stavano insieme ai tedeschi.
Hanno tagliato i capelli anche alla Clelia e all’Anna.
Gli inglesi devono essere a Querceta.

venerdì 18 dicembre 2009

25 settembre

Ieri i tedeschi se ne sono andati, sono rimasti in pochi, il comando e dei soldati.
Si dice: gli inglesi sono entrati in Massa senza sparare un colpo, sui carri armati; i partigiani tenteranno di occupare Spezia.
Tutte le notti il cannone spara, si sentono brontolii cupi e minacciosi oltre il Sagro.
Verrà verso di noi la guerra?

23 settembre 1944

Si dice che: Massa è sgomberata a zona di guerra, Carrara città bianca.
Pare che alla fine di ottobre sarà tutto finito in Italia e a novembre anche in Germania.
Quanto tempo senza mangiare carne! Abbiamo ancora delle provviste ma quanto dureranno? Quest’inverno andremo avanti con le castagne se i tedeschi non le prenderanno!

18 settembre

I tedeschi si sono messi alla ricerca dei partigiani nei monti, secondo loro ne trovano e ne ammazzano molti.
Gli Americani sono sbarcati in Olanda mentre sul fronte italiano sono a Pietrasanta… Ma non si sente alcun colpo di cannone, perciò pensiamo siano chiacchiere.

lunedì 14 dicembre 2009

16 settembre

Papà è partito alle nove, ma lo vediamo ritornare.
C’è stata un grande sparatoria sulla strada, è impossibile passare;
lui è rimasto bloccato in una casa. Cercherà di passare un’altra volta.
Hanno ammazzato tre uomini e continuano a prenderne!
A mezzodì papà si decide e lo accompagniamo assieme ad un altro fino a Gragnola.
La strada è piena di bossoli e di proiettili e si sente un continuo sparare nei boschi vicini. Torniamo indietro con un carro tedesco, così siamo più sicure.Gliela abbiamo fatta ai tedeschi!!!


È venuto Ciro dalla Spezia e ha detto di aver incontrato papà vicino a casa. Meno male!
Grande bombardamento a Gassano! Via vai di aerei! Gli inglesi sono vicini.
I tedeschi però sono sempre più sicuri di vincere.
Un’arma terribile distruggerà tutto; si parla di un proiettile che scoppiando in aria brucia l’ossigeno e infiamma tutto il cielo.
Adesso c’è un epidemia di tifo. Attenti al tifo… dopo cosa verrà?

15 settembre

Il rastrellamento continua, hanno preso ancora molta gente.
Papà non si è presentato, forse domani cercherà di andare alla Spezia.

mercoledì 9 dicembre 2009

14 settembre 1944

I tedeschi continuano i rastrellamenti.
Gli uomini che all’inizio si erano nascosti, avendo notato che i tedeschi non facevano del male a quelli rimasti, erano usciti fuori e circolavano per il paese.
Ma… stamani, da Monzone alto, Equi e Gragnola era tutta una fila di uomini che venivano portati via per essere rinchiusi nella segheria.
Gli apparecchi inglesi non fanno che girare bassissimi e noi abbiamo una grande paura; si sente continuamente bombardare e mitragliare vicino.
Non stiamo un momento tranquilli, a qualunque ora del giorno, a pranzo, a cena, di notte, sempre spaventi.
Come mangiare? Nei negozi non si compra più nulla, vi è solo della frutta; vendono dello zucchero che è tremendo, nutrimento per le api, sa di aglio che appesta!
Il pane si fa in casa, ma solo chi ha un po’ di farina.

giovedì 3 dicembre 2009

Monzone 6 settembre 1944


Credevamo di poter stare un po’ tranquilli, quando ecco “ordini superiori”:
sgombrare via di casa in poche ore, dalle sette a mezzodì.
Per questo avevano risparmiato Monzone e la nostra casa, doveva diventare la sede del comando tedesco!
Siamo in casa B........, i quali ci hanno gentilmente accolto.
I tedeschi sono arrivati stasera. Noi abbiamo portato via dalla casa quello che abbiamo potuto, ma c’è rimasto sempre molto compresi tutti i mobili.
Si dice che adesso facciano molti cambiamenti, si vede che non sanno cos’altro fare di meglio!
Stamani ci siamo presi un altro spavento; tornando a casa, io e la Clara, sentiamo degli urli e vediamo la signora Annita che dalla finestra gridava spaventata “al fuoco, al fuoco!”. Corriamo pensando a chissà quale disastro; saranno stati i tedeschi, pensiamo, e siccome dovevano portare della paglia in certe stanze, crediamo che questa abbia preso fuoco. Invece era solo un corto circuito, bruciava il filo lungo il muro e un forte odore di gomma bruciata si spandeva intorno.
Io ero andata a prendere l’acqua e per fortuna il filo si è spento friggendo.
Nel frattempo era successo un altro disastro! La Luisa, sentendo gridare al fuoco e pensando che ci fossero i tedeschi, si era buttata giù dalla finestra per non farsi prendere. Saranno stati tre metri, nel suo stato, incinta di quasi nove mesi e ferita non si fece nulla. Non è un miracolo?
Dimenticavo di dire che Alfredo morì dopo due giorni dal ferimento, lasciando sola sua moglie Luisa di 19 anni incinta.
Abbiamo molti tedeschi anche qui in casa, che non fanno altro che girare da una stanza all’altra; sono però francesi di Alsazia-Lorena presi prigionieri e costretti a combattere.
Tutte le sere e le notti, un cannone a due chilometri da noi fa sentire la sue voce, stordisce.
La notte ogni venti minuti spara, si vede prima un immenso chiarore, e poi si sente il boato seguito da un fischio sinistro che si disperde nei monti prolungato dall’eco.
Dopo aver preso quasi tutte le stanze di casa B........ riducendoci alle sole camere da letto e una cucina, i tedeschi se ne sono andarti, rimane il comando nella nostra casa.
Si dice che gli inglesi sono più su di quel che si crede, cioè passato Lucca.
Non si può più sentire la radio altrimenti i tedeschi ce la portano via.

27 agosto 1944

Monzone brucia sempre di più. Intanto viene buio!
Sono le sette quando un forte scoppio scuote tutto e ci fa tremare.
Io esco, ma mentre torno a casa incontro un tedesco con la rivoltella in pugno, sembra impazzito, urla parole incomprensibili tra cui capisco solo”partigian” si precipita su per il bosco dopo avermi minacciata.
Chissà perché non ha sparato? Me lo chiedo ancora con un brivido.
Mamma era andata alla Mancina per parlare con il comandante; lei e Clara lo avevano quasi trascinato fino dai B......... poi, avendo sentito uno scoppio e credendo che fossero già vicino alla casa lasciò tutto e corse via chiamandomi; ma il comandante aveva detto che il paese lo avrebbero bruciato il giorno dopo.
Un tedesco che usciva dai B......... le diede una spinta urlando (era il solito) e intanto la tragedia era avvenuta in un attimo.
Quel tedesco, lo stesso che avevo incontrato, era entrato in una casa e minacciando con la pistola aveva portato uomini e donne giù nella strada; li stava disponendo contro il muro come bersaglio, quando alzando gli occhi, vide la testa di Alfredo.
Vederlo e gridare “partigian” fu un tutt’uno, come fu in un lampo che si precipitò dentro alla casa. Incontrò la signora Annita e la madre che fece cadere e si inoltrò nella casa sparando.
Vide il signor Bo....... che si prese un proiettile in un fianco, poi scese sempre correndo dietro ad Alfredo e Luisa che aveva veduti scappare.
Li inseguiva sparandogli mentre loro cercavano di nascondersi inutilmente.
Il tedesco li tempestava di colpi con il calcio della pistola continuando a minacciarli.
Alfredo esasperato e benché ferito in diversi punti, volle difendere Luisa e si alzò scagliandosi contro l’aggressore.
I due lottarono ma alla fine il tedesco si liberò e scappò colpendo con il calcio dalla pistola il signor B.......... che stava arrivando.
Dopo si venne a sapere che non aveva più munizioni avendo perso il caricatore altrimenti avrebbe finito tutti!
Clara, tornando a casa con il capitano, trovò suo padre ferito e la Luisa che si trascinava ferita anch’essa invocando aiuto per Alfredo.
Cosicché, poiché non c’era nessun uomo disponibile, dovette andare lei a prendere Alfredo, caricarselo sulle spalle e portarlo in un luogo migliore.
Lo trovò in un lago di sangue ferito gravemente ma ancora vivo.
Erano le otto e noi, pensando che l’indomani avrebbero bruciato tutto, si buttava quello che si poteva dalle finestre giù in giardino per poter salvare qualcosa.
I vestiti si mettevano dentro alle lenzuola e poi giù tutto dalla finestra!
Non sapevamo ancora nulla quando la Lucia piangendo viene a chiamare il dottore e ad aumentare la tragedia.
Quella sera da noi si era radunata molta gente, si scese in cantina e passammo la notte seduti sul pavimento senza il coraggio di muoversi o di parlare.
Io bruciavo dall’impazienza, quell’inedia non mi andava, avrei dovuto essere in quell’altra casa, ma come fare se mio padre me lo aveva proibito e mamma si disperava solo al pensiero di non avermi vicina!
Intanto ferma non ci potevo stare, salii parecchie volte e dalle finestre potei vedere Monzone fiammeggiante nella notte.
Era una cosa orrenda, tutta la curva del monte su cui posava Monzone era rossa, sembrava una bolgia infernale, un cratere di vulcano in piena eruzione.
Si udivano scricchiolii e gemiti, sinistri rumori di frane e pareva di vedere e di sentire su quel monte un esercito di streghe che tormentavano infelici.
Nel silenzio e nel buio della notte tutto ingigantiva e poi c’era anche la paura che ghiacciava il sangue nelle vene!
Intanto si sentivano anche mugolare gli apparecchi, giravano e rigiravano su di noi; che cosa avrebbero pensato di quel gran fuoco? Alle sei tornammo su e ognuno andò alla propria casa ad aspettare gli eventi.
Alle otto ecco un gran fumo vicino; degli uomini si avvicinano armati.
In un attimo la piazza si popolò.
Voci rudi, sprizzare di scintille sul selciato duro. Erano tutti giovani biondissimi, occhi azzurri come il cielo, erano stati loro bruciare tutto, ci chiedevamo? Bruceranno anche la nostra casa, con quelle facce bianche e rosa come visi di fanciulli? Che cosa sarebbe successo adesso? Siamo tutti trepidanti, ma sorridenti vilmente al nemico.
Cerchiamo il comandante italiano, non riusciamo ancora a pensare che quella gente possa avere al posto del cuore una pietra; e chi comanda chi è?
Italiani, si italiani che fanno il lavoro più grosso…delinquenti…
Ma ormai hanno minato dentro la casa, che cosa fare? Fuggire, questo è certo, prima che tutto salti in aria con fragore.
Abbiamo già visto come salta una casa, un grande scoppio, un rovinio di pietre che cadono dappertutto intorno a noi terrificanti, così sarà per questa!
Ma ecco, ecco arriva il comandante e dopo un attimo una moto polverosa si ferma pulsando davanti al nostro cancello. Stop,stop si grida, ordini superiori s’intende…
Non riusciamo ancora a capacitarci della fortuna, stiamo ancora tremando e solo quando gli ultimi tedeschi e mai morti sono scomparsi noi respiriamo; sembra che dalle nostre spalle si sia sollevata una pietra pesantissima che le teneva curve.
Ci guardiamo, visi pallidi smunti, voci fioche, sguardi ancora smarriti, quasi non sappiamo più parlare, ma le ugole si rischiarano presto e non si sente altro che un gran vocio, tutti vogliono raccontare, tutti hanno qualcosa da dire.
Monzone alto non esiste più, sono rimasti solo mozziconi neri fumanti sembra quasi che tutto sia ancora in piedi ma la rovina si presenta pietosa.
Il campanile è scomparso è rimasto solo un mozzicone come un dito troncato fisso al cielo. A Monzone basso solo tre case bruciate di cui una fatta saltare completamente (di una casa grandissima non sono rimaste che pietre).
Il mulino si è salvato per miracolo, l’altro invece è saltato.
Le case per andare a Equi sono tutte bruciate meno due, il Cariggio, il Ponte di Monzone e la Mancina sono salvi.
Morti : due sfollati e uno di Monzone, tre di Vinca tra cui un prete sono stati portati a morire vicini a Monzone.
Gli sfollati di qua invece li portarono via e li fucilarono vicino a Vinca.
A Vinca poi è successa una carneficina. Tutte le case bruciate.
Le donne sperando di aver salva la loro vita e quella dei bambini e implorarono gli italiani e i tedeschi, questi fingendo di commuoversi le radunarono tutte in una piazza insieme ai vecchi. Le donne più giovani vennero portate via e…… poi qualche colpo di mitra e tutto finito!

Vi sono ancora dei morti lungo il fiume.
Equi : molte case rovinate, tutte fatte saltare, sembra una gran montagna di sassi.
A Gragnola molto meno, ma anch'essa ha avuto le sue vittime.

mercoledì 2 dicembre 2009

Ore 6

Il Cariggio è stato attaccato dal fuoco, ma sono riusciti a spengerlo.
Il mulino di Aiola è saltato. In questo momento si vede del fumo a Monzone alto e le campane suonano a stormo; i nostri sguardi sono rivolti lassù.
Il fumo cresce e si spande, s’innalza, si sente crepitare, si intravede qualche minacciosa lingua rossa.
Abbiamo riempito tutti i recipienti di acqua, bisogna prepararsi ad ogni avvenimento.
È probabile si possa spengere, ma se invece ci facessero saltare?…
A Monzone il fuoco divampa.

Ore 5

Grandi scoppi in Cariggio, si innalzano nuvole di fumo.
Delle macchine vogliono passare per il vicolo del ponte ma non è possibile e tornano indietro. Non sappiamo più pensare a nulla, la nostra vita è sospesa a un filo!
Veniamo a sapere che anche Gragnola è piena di tedeschi, che vi sono molti morti per le vie e che sono state fatte saltare delle case; anche a Equi continuano a distruggere (si sentono forti boati venire da quella parte) e Vinca dicono che non esiste più.
Oltre a tutte quelle cose dobbiamo pensare anche a quei grossi mosconi che girano ronzando su di noi, e pur paventandolo desideriamo il loro contributo.
Possibile che non vedono tutte quelle macchine in movimento?

25 agosto 1944

La notte è passata calma.
Alcune camicie nere ci avevano detto che sarebbero passate a perquisire tutte le case e poi sarebbero partiti. Invece niente perquisizione e stamani ci siamo svegliati al suono dei ta-pum tedeschi.
E’ ancora presto. Sentiamo dei gran passi per la strada, poi bussare ripetutamente alla porta grande. Sembra che la vogliano buttare giù a calci! Volo giù per le scale, naturalmente gli uomini sono nascosti, apro ma loro non vogliono passare da quella porta bensì da quella più grande.
Corro ad aprire quella e sebbene faccia presto, non è mai abbastanza per loro che sbraitano come ossessi e agitano le rivoltelle.
Non faccio in tempo ad aprire che si precipitano dentro come belve, urlandomi chissà cosa. Scivolando sull’impiantito vanno sul terrazzo, parlano, non comprendo, un attimo e via fuori di nuovo, con impeto. E questa è la prima.
Poco dopo si odono ancora forti colpi.
Sfondano la porta di una contadina… corro e riesco ad impedirlo.
Mi dicono che hanno fame, vogliono “manciare”. Rassicurata da loro, corro da altri entrati in casa dal cancello; é una disperazione, si scappa da uno e si incappa in un altro.
Uno entra da una parte, l’altro da un’altra, se si chiude cercano di sfondare, tutti vogliono mangiare!
Uno di questi entrato in casa mi ha dato da cucire un indumento al quale mancavano cinque bottoni. Non ho mai attaccato tanti bottoni in una volta e poi con quella paurella!
Poi per completare ecco arrivare i “mai morti” vogliono del vino altrimenti se lo prendono da soli. Naturalmente glielo diamo con rinforzo di rubinetto, ma loro non lo sanno e bevono dicendo che qui il vino non è molto forte!
Ci dicono che sono venuti a bruciare tutto, perché questa è zona dei partigiani e ridono sguaiatamente.
Alla Mancina ci sono alcune macchine ferme piene di tedeschi e camicie nere.

24 agosto 1944

Via vai di partigiani, ormai hanno visitato tutte le case, ma è un continuo affluire di nuovi ed è inutile dire loro che altri sono già passati.
Stanotte sono andati dai .......... e hanno preso denari, scarpe, grano e vino.
Stamani però partigiani non se ne vedono… E’ un continuo passare di camion tedeschi che vanno verso Vinca.
Non riusciamo più a far nulla. Si vede il fumo verso Campiglione, stanno bruciando e sono anche qui. Siamo tutti chiusi in casa in preda all’ansia.
Gli inglesi hanno preso Marsiglia e Parigi.