mercoledì 2 dicembre 2009

25 agosto 1944

La notte è passata calma.
Alcune camicie nere ci avevano detto che sarebbero passate a perquisire tutte le case e poi sarebbero partiti. Invece niente perquisizione e stamani ci siamo svegliati al suono dei ta-pum tedeschi.
E’ ancora presto. Sentiamo dei gran passi per la strada, poi bussare ripetutamente alla porta grande. Sembra che la vogliano buttare giù a calci! Volo giù per le scale, naturalmente gli uomini sono nascosti, apro ma loro non vogliono passare da quella porta bensì da quella più grande.
Corro ad aprire quella e sebbene faccia presto, non è mai abbastanza per loro che sbraitano come ossessi e agitano le rivoltelle.
Non faccio in tempo ad aprire che si precipitano dentro come belve, urlandomi chissà cosa. Scivolando sull’impiantito vanno sul terrazzo, parlano, non comprendo, un attimo e via fuori di nuovo, con impeto. E questa è la prima.
Poco dopo si odono ancora forti colpi.
Sfondano la porta di una contadina… corro e riesco ad impedirlo.
Mi dicono che hanno fame, vogliono “manciare”. Rassicurata da loro, corro da altri entrati in casa dal cancello; é una disperazione, si scappa da uno e si incappa in un altro.
Uno entra da una parte, l’altro da un’altra, se si chiude cercano di sfondare, tutti vogliono mangiare!
Uno di questi entrato in casa mi ha dato da cucire un indumento al quale mancavano cinque bottoni. Non ho mai attaccato tanti bottoni in una volta e poi con quella paurella!
Poi per completare ecco arrivare i “mai morti” vogliono del vino altrimenti se lo prendono da soli. Naturalmente glielo diamo con rinforzo di rubinetto, ma loro non lo sanno e bevono dicendo che qui il vino non è molto forte!
Ci dicono che sono venuti a bruciare tutto, perché questa è zona dei partigiani e ridono sguaiatamente.
Alla Mancina ci sono alcune macchine ferme piene di tedeschi e camicie nere.

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