mercoledì 17 febbraio 2010

ore 1 (pomeriggio)

Ho finito adesso di mangiare e, aspettando quello che succederà, mi metto a scrivere.
Avevamo detto di andare incontro ai tedeschi stamani e ci siamo andate!
Venivano su a piedi, tedeschi uniti a bersaglieri, pochi per volta.
Chiediamo del Comandante, qualcuno ci ascolta sempre camminando, e ci dice qualche parola scherzosa e ironica.
Alla fine qualcuno si ferma e noi riusciamo a dire le nostre ragioni;
Ci rispondono che loro non sanno niente dei camion e che vanno su per divertirsi un po’ in paese e nei dintorni. Ne venivano su ancora, in ordine sparso, sembrava che non finissero mai di passare! Ci dicono di parlare all’interprete che sta arrivando con un gruppo di uomini italiani e tedeschi in bici.
Intanto, arrivati alla Mancina, si fermano tutti e ci fermiamo anche noi.
L’interprete ci interroga:”Ma ci siete andate volontariamente?” “Si certo!” rispondiamo “Sapevamo che se non trovavate i camion intatti, l’avremmo pagata noi! Non è accaduto nulla, nessuno si è presentato, tutto è a posto!” “Mancheranno certamente i sacchi di farina e altre cose, sappiamo che sono state prese dalla popolazione, perciò noi andremo in ogni casa frugheremo tutto e manderemo fuori chi troveremo!…”
Dopo fecero il nome di diversi partigiani e ci dissero che questi passeggiavano sempre in divisa nel paese.
Noi cademmo dalle nuvole! Infine dopo averci detto altre cose ci dissero di aspettare e si misero a confabulare tra loro.
Dopo un po’ noi decidemmo di andarcene, ma avevamo fatto i conti senza l’oste, perché ci fermarono e ci dissero:”Voi signorine non dovete muovervi, andrete avanti quando ci andremo anche noi!”.
Allora ci mettemmo in un angolo e loro cominciarono a sparare verso i monti puntando il cannocchiale, ogni colpo una scossa!
Poi il capitano dei bersaglieri ci disse di andare e noi lo seguimmo al bivio della strada per Vinca e quella del ponte; prese la prima e noi ci fermammo “ma non abitiamo di li!” dicemmo “ Voi ci avevate detto che ci avreste accompagnato a casa, ma di li non si va a casa!” si fermarono tutti… capimmo che ci volevano portare con loro fino alla strada dove c’erano i camion, ma la Clara, che diventava sempre più bianca, disse di non poter più camminare e quasi svenne.
La signora la prese sotto braccio e la portò in una casa vicina, l’italiano, rimasto forse male, disse ripetutamente, come se non sapesse più dire altro:” Ma, allora… potete tornare a casa signorina!” dopo un po’ di tempo tutti i tedeschi andarono su verso Vinca, chi passando dalla Mancina, chi dalla strada, e noi poiché la Clara stava meglio prendemmo la strada e via a casa senza incontrare nessuno.
Siamo stati del tempo senza sentire nulla, poi abbiamo udito sparare.
Sono quasi le due, i Tedeschi si sono fermati davanti alla casa e si sono seduti all’ombra, ridono e sembrano contenti… vorrei sapere come è andata.
Sparano. Un camion è tornato da Vinca e adesso si sentono colpi di moschetto, mitra pesante, cannoncino, chissà dove sparano, non si sa ancora che cosa vogliono fare.
Gli altri camion rimasti a Vinca scendono, sono cinque, ci sono tutti, meno male!
La sparatoria pian piano smette e i tedeschi rincominciano a passare per il ponte tornando indietro.
Ancora qualche sparo poi più nulla; ci vengono a dire che se ne sono andati ed è come se l’aria ritornasse a passare attraverso i polmoni, i cuori si liberano dalla morsa della paura e ognuno si rasserena un poco.
Adesso non desideriamo che due cose, la pace e che non tornino più.
Sembra che i partigiani abbiano risposto con qualche colpo, tanto per far vedere che c’erano.
Si sono divertiti a spaventare i tedeschi con tutte le loro minacce; sono dell’opinione che se l’avessero voluto fare veramente non l’avrebbero detto.
L’abbiamo passata liscia anche questa volta.

Hanno preso Massa. Sono entrati in Vienna.

Monzone, 10 aprile 1945 (ore 5 del mattino)

Torno adesso da un’avventura veramente…
(non trovo neanche le parole!)
Non ho affatto sonno, sebbene sia stanca morta.
Ero a letto, dormivo proprio bene, quando un gran fracasso per la strada mi sveglia.
Si sente un gran vociare, poi bussano al portone! Mi alzo in fretta perché sono curiosa di sapere cosa succede! Vogliono un rappresentante della famiglia che vada a pregare i partigiani di non bruciare i camion, come sembrava che avessero intenzione di fare, con comprensibili rappresaglie verso i poveri paesi che non avevano nessuna colpa.
Decido di andare io, sebbene la mamma sia molto spaventata e io stessa non ero molto tranquilla, ma non ero sola, c’erano quasi tutte le donne del paese e due uomini più anziani. Ci mettiamo in cammino, io e le mie amiche in testa ma dopo poco chi se la svignava di qua, chi di là, siamo rimaste in tredici donne.
Un po’ ridendo, un po’ arrabbiate abbiamo deciso di andare ugualmente; certo bisognava essere matte;
La strada costeggiava il torrente in curva da un lato e dall’altro il monte con il bosco foltissimo e buio. E’ una zona che fa paura di giorno tanto è solitaria e selvaggia, figuriamoci di notte! Per farci coraggio e per far sentire che eravamo noi, e non ci sparassero addosso, cantavamo.
Siamo rimaste vicino ai camion fino alle quattro, poi, stanche e impaurite dal gran silenzio siamo tornate indietro.
Ed eccomi qua a scrivere…
Sarà stato un tentativo inutile? Speriamo in bene!
La nostra paura adesso non è più per i camion, ma per domani mattina se i partigiani attaccheranno i tedeschi. Cosa sarà di noi?
Abbiamo deciso di andare incontro ai tedeschi, di fermare i camion e di raccontare loro quello che abbiamo fatto.
Che nottata, era così buio…
Ad ogni svolta della strada cantavamo più forte, con i nostri scarponi potevano scambiarci per tedeschi e darci una bella mitragliata!
Anche lassù ci siamo messe tutte appoggiate ad una roccia, chi in piedi, chi seduta e ancora cantavamo e pregavamo, ma eravamo abbastanza allegre, nonostante il freddo che ci gelava e le posizioni scomode, ognuna rideva, forse era la paura!

9 aprile 1945

Ieri sera al buio c’è stato un via vai di partigiani armati di mitra, dei tedeschi ancora nulla; certo che non eravamo per nulla tranquilli.
Infatti alle cinque del pomeriggio ecco i tedeschi.
Cercano di far parlare la gente sui partigiani e sui camion spariti, ma nessuno sa nulla.
Allora con un camion sono andati fino a Vinca, li ne hanno trovato uno, ma essendo tardi e non volendo essere sorpresi dalla notte in una zona di partigiani, se ne sono andati per ritornare il giorno dopo. Adesso che cosa succederà?

martedì 16 febbraio 2010

Sera

Dei camion arrivati alla fornace ne sono rimasti solo tre, uno carico di farina e qualche alpino!
Alle cinque, mentre stavamo passeggiando ci avvertono di rientrare in fretta perché ci sono dei partigiani in giro.
Tre partigiani escono dalla segheria e, armati fino ai denti, intimano l’alt ai soldati che erano andati in perlustrazione; portandoli con loro prigionieri e con altri partigiani si avviano alla fornace.
Due salgono sul camion di farina e partono verso Vinca, gli altri dopo aver fatto salire gli alpini sull’altro camion, lo seguono.
Gli alpini sembrano quasi contenti e salutano tutti!
La prima parte è finita, la seconda continua con una macchina tedesca venuta a constatare il fatto. Come andrà a finire?
Adesso i partigiani non sono più come prima, sembra che si siano organizzati.
Non bisogna paragonarli a quelle bande che in principio ci facevano disperare;
Quelli erano “ribelli” a qualsiasi forma di disciplina.
Adesso sono comandati dai loro capi riconosciuti e sono disciplinati;
anche se non hanno la divisa sono un esercito combattente!

8 aprile 1945


Sembra che siano venuti molti camion tedeschi giù alla segheria, carichi di farina. Che cosa vorranno fare? Non si sa nulla di sicuro.
Gli aerei girano in continuazione, li sentiamo passare con un gran rombo, altissimi!…

6 aprile 1945

Gli inglesi sono sbarcati a Massa, lo ha detto il bollettino; si sentono cupi brontolii lontani.
Il fronte si avvicina, è naturale che gli inglesi, dopo essere sbarcati continuano a combattere.
Ieri sono venuti due tedeschi da Gragnola a chiedere l’arruolamento di dieci uomini, se lunedì non saranno andati al comando, verranno a prenderli con la forza.
A Licciana, i partigiani asserragliati in un castello combattono contro i tedeschi, ma in queste “scaramucce” chi ci rimette sono i paesani che a volte vengono presi in ostaggio e rischiano di venire uccisi.
Su a Milano, nell’Italia repubblichina,la vita è più calma che qua.
Anche lassù le lotte tra partigiani e tedeschi non si contano, ma almeno ci sono dei generi che qua mancano e la roba si trova più a buon prezzo.
Qui c’è molta fame e di carne se ne vede pochissima.
Certo, a tutto ci si abitua, anche a questa vita, ma chi soffre di più sono i vecchi e i bambini.
Nuove armi tedesche. Si parla di armi tremende.
Un proiettile che con il suo sibilo e scoppio fa diventare pazzi, armi che consumando l’ossigeno renderebbero irrespirabile l’aria!
Forse sono solo chiacchiere di gente spaventata, ma a pensarci bene vengono i brividi.

3 aprile 1945

Dei tedeschi non sappiamo più nulla, speriamo che si siano dimenticati di venire!